giovedì 5 gennaio 2012

Muoversi a Trieste

Camminare o correre a piedi è sempre stata prerogativa dell’uomo, una esigenza fisica alla quale gli amministratori locali negli ultimi anni non hanno dato nessuna importanza.
Mentre nelle zone chiuse al traffico la situazione oggi appare ottimale al di fuori di queste c’è il caos: i marciapiedi sono occupati da vetture e scooter e un gran numero di biciclette rimangono per mesi agganciate ai cartelli segnaletici e alle ringhiere.
Da anni non viene fatta alcuna manutenzione ai marciapiedi al punto che è quasi impossibile individuare un tratto di cinquanta metri che non presenti buche  o che non sia rabberciato alla meno peggio.
 Troppo spesso è difficile attraversando una strada perfino trovare un varco dalla parte opposta per risalire sul marciapiede a causa delle autovetture posteggiate selvaggiamente.
In pratica la città è stata pensata e sviluppata negli ultimi anni solo per soddisfare le esigenze del traffico automobilistico che deve essere fluido e scorrevole senza tenere conto che molti cittadini sono costretti a usare i mezzi a motore proprio a causa della difficoltà di districarsi tra le mille trappole a cui da pedoni ci si trova di fronte, altrimenti ne farebbero volentieri a meno.
Il Comitato Obiettivo Trieste si sta attivando affinché la nuova amministrazione comunale presti maggiore attenzione a queste problematiche pretendendo il rispetto delle norme previste dal codice della strada specialmente quelle che riguardano la tutela e la sicurezza dei pedoni.
Allo stesso tempo il Comitato Obiettivo Trieste ha iniziato a proporre dei percorsi isolati dal traffico cittadino che permettano a chi lo desidera di muoversi senza pericoli e lontani dall’inquinamento acustico e atmosferico.
La settimana scorsa abbiamo illustrato un breve percorso, attualmente in totale degrado,che partendo da Largo Pestalozzi  o da via Molino a Vento e congiungendosi in via Bergamasco conduce in Largo Sonnino.
Questa settimana proponiamo un percorso decisamente più lungo che permetterebbe, una volta riportato alle condizioni originarie di arrivare da Piazzale Gioberti ( San Giovanni) ai Portici di Chioggia e che specialmente nel periodo scolastico sarebbe un ottimo servizio per i ragazzi che frequentano le scuole nelle immediate vicinanze del Viale XX Settembre.
Si  parte da via San Cilino che procede praticamente parallela al Viale Raffaele Sanzio  a un centinaio di metri di distanza in linea d’aria, quanto basta per tenere rumore e inquinamento lontani, alla fine di questo primo tratto ci si immette per qualche centinaio di metri nel caos di via Giulia, giusto il necessario per rimpiangere quello che si è appena lasciato e pregustare quello che tra poco si potrebbe ritrovare.
Infatti dopo aver percorso un brevissimo tratto della via Bonomo ci si trova davanti la scalinata che immette  nel viale XX settembre,  da li  si percorre tutto il viale nella sua lunghezza e ci si trova nel cuore della città.
Il viale XX settembre ha una lunghezza di circa 1,300 metri e nel suo breve percorso attualmente, cambia faccia diverse volte; partendo dalla scala che scende da via Bonomo lo sguardo oggi si perde in una marea di automobili che occupano la parte centrale, concepita in origine come passeggiata, ai lati due corsie dall’asfaltatura indecente e infine un marciapiede largo come un sentierino di montagna  spesso occupato dalle macchine in sosta.
Arrivati alla piazza Volontari Giuliani finisce il primo tratto dove l’incuria e l’abbandono sono  evidenti.
Se questa parte venisse riqualificata gli edifici esistenti acquisirebbero un valore decisamente maggiore trovandosi collocati da una situazione di assoluto degrado a immersi in una zona di prestigio e nel verde.
Il  secondo volto il viale lo rivela nel tratto piazza Volontari Giuliani – via Rossetti.
Qui le automobili sono posteggiate “solo” su un lato mentre invece i motocicli vengono lasciati in ordine sparso.
 Qua e la reperti di biciclette rimangono agganciati a dei cartelloni pubblicitari arrugginiti sui quali qualche mese fa faccioni sorridenti di politici evidentemente burloni  si autocelebravano dichiarando di essere stati  “gli uomini del fare”.
In questo tratto ogni passaggio pedonale è rigorosamente interrotto da automezzi posteggiati o dai contenitori della spazzatura, spesso si possono notare vicino ai contenitori parti di mobilio smontate mentre anche il reparto elettrodomestici è degnamente rappresentato.
 Perfino davanti al teatro Rossetti i “bottini” danno spettacolo, spesso stracolmi e maleodoranti, cosa che non sarebbe difficile evitare tenendo conto che il calendario delle rappresentazioni viene divulgato con largo anticipo rispetto all’evento.
Il terzo volto del viale è quello compreso tra via Rossetti  e i  Portici di Chioggia, l’arredo urbano in questo tratto è di ottima fattura, i tavolini schierati in perfetto ordine fuori dai locali e la quantità di persone che vi transitano sono il “termometro” di quanto questa interpretazione del vivere la città sia gradita, noi proponiamo di estenderla il più possibile.
Facciamoci del bene!

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