lunedì 27 agosto 2012

Gli specialisti della salute.


I farmacisti continuano a portare avanti la loro battaglia nei confronti delle cosiddette "parafarmacie" e giusto per non essere fraintesi premettono che l'essere un "dottore farmacista" tutela il cittadino in virtù della conoscenza propria di chi la materia l'ha studiata, insomma nessuno pensi che i prezzi più bassi praticati dalle parafarmacie rappresentano per loro un grosso problema di concorrenza.



Giusto il discorso in linea teorica, anche se ritengo che ogni individuo che abbia superato i vent'anni sa di suo quali medicinali acquistare in caso di bisogno, per il resto si occupa il medico curante che fa la ricetta.



Una vecchia immagine del farmacista mi immerge in un mondo di vasi di vetro diligentemente ordinati, ognuno con le proprie etichette e all'interno polveri varie, erbe medicinali, boccette di liquidi.
Raffreddore? E il farmacista metteva un po di quella polverina, qualche frammento di foglia secca e raccomandava di lasciare in infusione almeno cinque minuti dopo la bollitura.


Oggi dai farmacisti non si presentano donnone provenienti dall'altipiano con fagottini di erbe essiccate, ma rappresentanti con libricini e computer e la medicina ha invaso anche altri settori: "tutto quanto produce benessere alla gente".
E seguendo questo filone in farmacia sono comparse creme abbronzanti, preservativi aromatizzati, creme per il corpo, rossetti e smalto per le unghie e via discorrendo.


Nessuno può negare che anche la musica faccia bene in quanto può essere rilassante, non da meno di una crociera, non è quindi escludere nell'immediato futuro la farmacia si possa trasformare in un centro commerciale con le diverse tipologie di "cura".
Questa mattina camminando per strada ho fotografato due vetrine che spiegano da sole l'esigenza che il farmacista sappia bene dosare gli ingredienti armeggiando con bilancini vari.



domenica 26 agosto 2012

Trieste: effetto SIOT

Trieste: effetto SIOT
19 settembre 2011 - Redazione Malitalia - in Notizie dall'Italia

Violazione legge Seveso a Trieste.Anche il parlamento europeo conferma il procedimento di infrazione contro l’Italia.

Con nota dell’8 settembre 2011 la Commissione per le petizioni del Parlamento Europeo ha comunicato a Greenaction Transnational che a seguito delle risposte ricevute dalle autorità italiane la Commissione Europea ha confermato il procedimento di infrazione nei confronti dell’Italia per violazione dell’articolo 13 paragrafo 1 della Direttiva Seveso 96/82/CE. 

La violazione riguarda la mancata predisposizione di effettive misure di sicurezza per gli incidenti agli impianti industriali situati nella zona industriale del capoluogo del Friuli Venezia Giulia. 

Tra questi il terminale petrolifero della SIOT (il più grande del Mediterraneo), depositi di combustibili, di ossigeno liquido, di formaldeide costieri, nonché uno stabilimento siderurgico (Ferriera di Servola). 

Tutti questi impianti si trovano a ridosso del centro abitato e potrebbero dare il via ad incidenti a catena che investirebbero decine di migliaia di persone. 

Da qui la necessità di adottare piani di emergenza esterni con informazione e partecipazione della popolazione alle prove sul campo. 

L’addestramento della popolazione ad affrontare le emergenze è obbligatorio ogni tre anni. Nonostante tale situazione di altissimo rischio incontrollato, le autorità italiane hanno pure autorizzato la costruzione di un terminale di rigassificazione nel porto di Trieste, in mezzo agli impianti industriali oggetto del procedimento di infrazione da parte dell’U.E.

Il procedimento di infrazione in corso è stato avviato a seguito della denuncia presentata nel settembre del 2007 da Roberto Giurastante (responsabile Greenaction Transnational).

Raffaello de Banfield


Raffaello de Banfield (1922-2008) - la biografia


Raffaello de Banfield, il cui nome vero era Raphael Douglas Baron von Banfield Tripcovich, nacque il 2 giugno 1922 a Newcastle-upon-Tyne in Gran Bretagna e morì il 7 gennaio 2008 a Rive d’ Arcano (Udine). 

Raffaello de Banfield era figlio di Gottfried Baron von Banfield, l’ asso della aviazione militare austro-ungarica soprannominato l’ “Aquila di Trieste” (cui ho dedicato un post specifico - n.d.a.) e della Contessa Maria Tripcovich.

Studiò al "Lyceum Alpinum" di Zuos in Svizzera, poi in Italia al Liceo "Dante Alighieri" di Trieste, all' Università di Bologna, al Conservatorio "Benedetto Marcello" di Venezia sotto la guida di Gian Francesco Malipiero, poi ancora a Trieste con il maestro Vito Levi ed infine a Parigi dal 1946 al 1949, dapprima al Conservatoire National de Musique con Henry Bassera, poi con Nadie Boulanger a Parigi. 

Fu compositore, professore e direttore dell' American Conservatory of Music di Fontainebleau. 

In quegli anni conobbe Herbert von Karajan, con il quale ebbe un profondo e duraturo rapporto di amicizia. 

Nella capitale francese frequentò Pablo Picasso, Jaen Cocteau e Francis Poulenc e molti altri artisti e musicisti. 

Nel 1949, grazie alla pittrice Leonor Fini, conobbe Roland Petit e compose la musica per il suo nuovo balletto: nacque così "Le combat", rappresentato a Londra. 

L’ opera con la coreografia di Dimitrije Parlic fu rappresentata trentanove volte alla Wiener Staatsoper. 

Si spostò dall' Italia alla Francia, dall' Inghilterra all' America, dove visse per dieci anni. Fino al 1958 soggiornò tra Parigi e New York, e strinse una rapporto di amicizia anche con Maria Callas. 

Dal 1972 al 1996, ininterrottamente per 24 anni, fu apprezzato e stimato direttore artistico del Teatro Giuseppe Verdi di Trieste, che rinnovò e modernizzò ampiamente. 

Tra il 1978 e il 1986 fu direttore artistico del "Festival dei due mondi" di Spoleto. 

Le sue composizioni vennero rappresentate in tutto il mondo. Nel 1992, alla chiusura del Teatro Verdi per i lavori di restauro, 

fu uno dei promotori della trasformazione, rapida ed efficace, della stazione delle autocorriere nella funzionale “Sala Tripcovich”, che consentì la prosecuzione dell' attività musicale e artistica del teatro.


Tratto da "Scampoli di storia" pubblicato su Facebook da Paolo Geri 

sabato 25 agosto 2012

Angoli di Trieste

Trieste angoli della città. Sabato pomeriggio visita centro storico e passeggiata per i negozi mentre i politici parlano di turismo...

                                                                                               di Alex Kornfeind


Scherzare col fuoco!

Da qualche settimana appicca il fuoco ai boschi della provincia di Trieste, viene definito "piromane", seguendo quello che appare come un "bisogno di etichettatura dolce" tipicamente italiano.
Piromane si diceva, allo stesso modo come alcuni dediti al furto sono cleptomani mentre chi va a scalare le  montagne in  scarpe di ginnastica e bermuda e scende a valle in paio di secondi non è un alpinista pirla ma è un caso di "montagna assassina" e via discorrendo.
Ho assistito all'evolversi dell'incendio nel pomeriggio del 24 agosto, le fiamme correvano veloci in salita dal basso verso l'abitato di Contovello, travolgendo gli orti e con essi il paziente lavoro di mesi di chi, affrontando  la fatica di scendere e salire per i viottoli e le scale che costeggiano i pastini chiedeva semplicemente di poter godere di quel suo angolo d pace, meravigliosamente affacciato sul mare. Cenere!
Dalla strada si sentivano ogni tanto dei botti, qualcosa che a causa del calore esplodeva tra i Vigili del Fuoco che cercavano di spegnere l'incendio
Ci sono termini che a volte scappano anche alle persone più educate nei momenti di massima esasperazione, quando si è esaurita la pazienza di fronte a gesti di così inutile stupidità e allora "l'etichettatura dolce" non ha più senso.

                                                                                    Fulvio Covalero