sabato 1 marzo 2014

Il futuro di Trieste? Un gioco!


Come da tempo segnaliamo, quelle che erano le botteghe gestite a livello famigliare stanno velocemente scomparendo
I dati che riguardano la situazione a fine 2013 sono drammatici e non tengono conto di quante saracinesche non sono state riaperte con l’inizio dell’anno nuovo.
Nel 2013 le attività chiuse sono state 329, mentre le nuove aperture 186, una differenza che segna un passivo di 143 unità.
Questo dato già di per se preoccupante non fa però emergere un’altra verità, le nuove aperture sono prevalentemente nelle mani di grandi catene di franchising.
Nonostante questo una scellerata oolitica locale spinge affinché vengano costruiti dei nuovi centri monomarca.
Tutto ciò va a trasformare il tessuto economico locale a semplice manovalanza di grandi interessi, praticamente un futuro da schiavi.
A dimostrazione di quanto l’amministrazione locale sia, ad essere buoni disattenta va segnalato che non ci sono state defezioni nel settore delle costruzioni, con un saldo praticamente in pareggio (175 chiusure contro le 178 aperture), questo nonostante Trieste viva una situazione di sovra crescita urbana. In pratica si continua a costruire nonostante il numero degli abitanti sia in costante calo.
Intanto la Confcommercio guarda altrove, ad altri progetti come il Museo del Mare di cui non hanno alcuna voce in capitolo.
Ma tanto il futuro di Trieste per costoro è un gioco, una specie di Monopoli che giocano con il futuro degli altri, non certo del loro, che è e rimarrà comunque florido.