domenica 29 gennaio 2012

E adesso cosa devo fare?

  Quando qualcuno mi chiede: "e adesso cosa devo fare?"
io rispondo sempre:" quello che pensi vada fatto."
Tutti noi siamo come le gocce nell'oceano e facciamo parte dell'infinito.
perciò ognuno di noi sa bene quello che deve fare
perché abbiamo tutti le stesse possibilità di trovare la nostra chiave personale
per risolvere questi problemi.
Abbiamo tutti gli stessi strumenti ma qualcuno lo capisce e qualcuno no.
E questi ultimi pensano che non possono,
che non riescono e rimangono così nella loro passività a farsi condizionare in tutto.
Ogni volta che qualcuno di noi decide di fare qualcosa nella sua piena libertà
è come se si togliesse un mattone da quel muro che hanno costruito per imprigionarci.

David Icke


Trieste

Ho attraversata tutta la città
poi ho salita un'erta
popolosa in principio, in la deserta,
chiusa da un muricciolo:
un cantuccio in cui solo siedo;
e mi pare che dove esso termina
termini la città.
Trieste ha una scontrosa grazia.
Se piace, è come un ragazzino aspro e vorace,
con gli occhi azzurri 
e mani troppo grandi per regalare un fiore;
come un amore
come una gelosia.
Da quest'erta ogni chiesa, ogni sua via scopro,
se mena all'ingombrata spiaggia,
o alla cui, sulla sassosa cima,
una casa, l'ultima s'aggrappa.
Intorno circola ad ogni cosa
un'aria strana, un'aria tormentosa,
l'aria natia.
La mia città che in ogni parte è viva,
ha il cantuccio a me fatto, 
alla mia vita penosa e schiva.

Umberto Sabada "Trieste è una donna"   1910 - 1912


Trieste è felice stasera.
Celebra con trasporto la sua futura sventura.
Perché tutte le volte che questa nostra città si è concessa con sconfinato entusiasmo all'Italia amata,
ha subito imboccato la triste strada della decadenza.
Noi eravamo il gioiello dell'Impero di Maria Teresa e il porto dell'Austria, eravamo la rosa profumata 
degli Asburgo.
Con l'Italia saremo un piccolo fondaco gestito in modo sbrigativo dai burocrati e diventeremo una città strozzata e rassegnata di facili guadagni e di indomabili nostalgie.
Oggi è cominciato il nostro tramonto.

Biagio Marin - 25 ottobre 1954








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