giovedì 5 gennaio 2012

Incrostazioni.

14 agosto 2011 vigilia di ferragosto, seduto in camper all’ombra della caserma Monte Cimone di Banne, ormai da anni abbandonata, probabilmente immediatamente dopo quei giorni del giugno del 1991 in cui la Slovenia diventando  indipendente ha allontanato da noi il “confine dall’est”.
Sulla facciata della palazzina di entrata una tabella porta la data “XI”, deve evidentemente trattarsi di una palazzina storica, decisamente ben costruita se risale a  2000 anni fa, perché non v’è dubbio che quel “XI” si riferisce all’anno undici dopo Cristo se non addirittura all’anno undici prima di Cristo. 
Non sarà mica che per altri 46 anni oltre la fine della seconda guerra mondiale (cioè fino al 1991), uno dei baluardi della difesa della Patria portasse come data di costruzione l’XI anno dell’era fascista? 
Eppure è un fatto inconfutabile ad esempio che sulla facciata del Palazzo di Giustizia di Trieste sia ancora oggi ben evidente il Fascio Littorio. 
Viene da pensare che a Trieste Patria e Giustizia abbiano ancora delle incrostazioni da rimuovere!
All’ombra della Caserma Monte Cimone dicevo, sono intento a scrivere di un fatto successo qualche giorno fa, all’ombra di un altro edificio, il Municipio di Piazza Unità, dove si stava celebrando uno dei tanti ricorrenti matrimoni civili, solo che questo a differenza degli altri esponeva una coreografia particolare, non indispensabile alla cerimonia e assolutamente fuori luogo; un “viva gli sposi” tra lo sventolio di una bandiera jugoslava  e una italiana con al centro una stella rossa. 
Non ricordo altre cerimonie dal tono così marcatamente nazionalistico e anche se ci fossero state probabilmente non avrebbero avuto la stessa attenzione dagli organi d’informazione.
Quello che però ha dato “tono” alla notizia è stata la visita con complimenti e foto ricordo del fresco sindaco di Trieste Roberto Cosolini alla allegra compagnia, visita forse comprensibile se fatta come esponente del Partito Democratico ma assolutamente censurabile in quanto avvenuta nei panni  di sindaco di tutti i cittadini anche di quelli ai quali le bandiere jugoslave e italiane con la stella rossa risvegliano ancora oggi ricordi di tragedie famigliari.  
Speriamo si sia trattato solo di un colpo di sole! 

                                                                                            Fulvio Covalero

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