mercoledì 11 gennaio 2012

Da urbani a speciali. I rifiuti senza controlli

Derubricati dal Consiglio di Stato, gli scarti provenienti dagli Stir di Napoli viaggiano per tutta Italia.
Gestiti da accordi privati, rischiano di cadere in mano alla criminalità organizzata.

Ventimila tonnellate a Ferrara, altrettante tra Trieste e Padova, circa 6mila a Brescia, per un totale, approssimato per difetto, di 46mila tonnellate di rifiuti speciali.
Sono quelli partiti dagli Stir (Stabilimenti di tritovagliatura ed imballaggio rifiuti, ex impianti Cdr)campani e finiti nelle discariche del nord Italia.
Scarti classificati con codice 19.05.01 e 19.12.12, la metà dei quali finiti a Jolanda di Savoia, in provincia di Ferrara.
Quantitativi significativi sono finiti in Lombardia a Montichiari, presso la discarica Gedit e in Veneto, negli impianti di Padova e Trieste dell’Acegas.
 Nonostante la bagarre politica orchestrata dalla Lega sul decreto, che di fatto ha impedito gli accordi regionali per il trasferimento dei rifiuti urbani dalla Campania, questi rifiuti stanno circolando in tutta Italia, dal Sud al Nord.
Un ostruzionismo, quello della Lega, che ha portato a una sorta di vacatio legis che consente a questi rifiuti, “derubricati” da urbani a speciali, di essere trasferiti liberamente fuori regione, senza la necessità del ‘nulla osta’ del luogo di destinazione ma con semplici accordi tra aziende. 
In Puglia e Sicilia vi sono indagini in corso relativamente al trasporto e smaltimento.
Una situazione sulla quale sta indagando la Commissione ecomafie, che ha anche allertato prefetture e procure competenti sul potenziale pericolo. Il timore è che dietro alcune aziende si possa nascondere la mano della criminalità organizzata.
Un sospetto neanche troppo lontano dalla realtà vista l’operazione che nelle scorse settimane ha portato all’arresto dell’imprenditore Vincenzo D’Angelo, coinvolto nell’operazione Golden Plastic che ha svelato un traffico illecito di rifiuti speciali dall’Italia verso l’Asia.

 A D’Angelo viene contestato di aver esportato rifiuti in Corea del Sud. Un’operazione di portata nazionale, che ha visto la Guardia di Finanza eseguire in 13 regioni italiane 54 ordinanze di custodia cautelare in carcere «nei confronti di soggetti, anche di etnia cinese, appartenenti ad un pericoloso sodalizio criminale “transnazionale”, dedito all’illecito traffico transfrontaliero di ingenti quantitativi di rifiuti speciali, costituiti da materie plastiche, gomma e pneumatici fuori uso».
D’Angelo, 50 anni, è l’imprenditore nel trapanese tra i più quotati nel settore della gestione del ciclo dei rifiuti. Talmente importante il suo giro di affari che D’Angelo riuscì poco tempo fa a trovare anche un accordo con la SapNa, la società pubblica che gestisce il ciclo dei rifiuti a Napoli, per importare da Napoli ad Alcamo tonnellate di rifiuti.

 Un affare da circa 6 milioni di euro.
Ieri, il Mattino di Napoli rivelava il contenuto di una relazione, ancora coperta dal segreto istruttorio, dell’ingegner Luigi Boeri autore di una perizia sulle gare di appalto per portare la frazione umida fuori dal territorio regionale.
Secondo il documento, sarebbero almeno 18 i milioni di euro persi dalla Sapna grazie alla scelta di affidare i trasferimenti della spazzatura nelle regioni italiane senza ricorrere al bando di gara.
La cosiddetta Fut è stata portata in Emilia, Liguria Toscana, ma soprattutto in Puglia e in Sicilia.
Una situazione, quella del trasporto dei rifiuti speciali, riemersa dopo la sentenza del Consiglio di Stato che nel luglio scorso aveva sospeso la decisione del Tar del Lazio, con la quale venivano bloccati i trasferimenti fuori dai confini della Campania dei rifiuti tritovagliati provenienti dagli Stir della Regione.



www.terranews.it

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