lunedì 17 dicembre 2012

La politica con e per i Cittadini.

 « L'uomo è per natura un animale politico » (Aristotele)

La prima definizione di "politica" (dal greco πολιτικος, politikós) risale ad Aristotele ed è legata al termine "polis", che in greco significa città, la comunità dei cittadini; secondo il filosofo, "politica" significava l'amministrazione della "polis" per il bene di tutti, la determinazione di uno spazio pubblico al quale tutti i cittadini
partecipano.

Altre definizioni, che si basano su aspetti peculiari della politica, sono state date da numerosi teorici: per Max Weber la politica non è che aspirazione al potere e monopolio legittimo dell'uso della forza; per David Easton essa è la allocazione di valori imperativi (cioè di decisioni) nell'ambito di una comunità; per Giovanni Sartori la politica è la sfera delle decisioni collettive sovrane.


Al di là delle definizioni, la politica in senso generale, riguardante "tutti" i soggetti facenti parte di una società, e non esclusivamente chi fa politica attiva, ovvero opera nelle strutture deputate a determinarla, la politica è l'occuparsi in qualche modo di come viene gestito lo stato o sue substrutture territoriali.

In tal senso "fa politica" anche chi, subendone effetti negativi ad opera di coloro che ne sono istituzionalmente investiti, scende in piazza per protestare.


Ecco, stasera ho fatto politica, ho assistito ad una parte del lavoro del Consiglio Comunale.


E quando dico "politica" mi piace pensare alla definizione di Aristotele ovvero la determinazione di uno spazio pubblico al quale TUTTI i cittadini partecipano e visto l'argomento, ho ritenuto necessario partecipare.


Si deliberava sul Terminale di Rigassificazione GNL nella zona industriale di Zaule a Trieste.


Il Consiglio Comunale ha votato all'unanimità il suo NO al rigassificatore!


All'inizio il mio atteggiamento era di chi, per la prima volta, entra in punta di piedi in un ambiente sconosciuto, cerca il suo angolino appartato e comincia ad ascoltare, osservare e cercare di imparare.

Via via che i consiglieri prendevano parola ed esprimevano il parere del gruppo di appartenenza, la mia attenzione e conseguentemente i miei pensieri venivano distolti dall'atteggiamento distratto dei più, come se già sapessero dove andava a parare il consigliere di turno con tutta quella prosopopea per dire un si od un no.

Come se già sapessero quale sarebbe stato il parere di quello o di quell'altro gruppo.


Via via che passava il tempo, una irrequietezza invadeva l'aula, costringendo i singoli ad alzarsi, attraversare l'aula, parlare al cellulare (con la mano protesa a nascondere le labbra), chi si dedicava alla lettura del giornale, chi era indaffarato con il tablet, chi aveva necessità urgente di parlare con la persona seduta diametralmente opposta.


Proprio quando un suo collega stava parlando!


Proprio quando in aula c'era del pubblico che assisteva!


Proprio quando si parlava di un argomento "esplosivo" per la città ed il suo futuro!


Mi è venuto in mente mio figlio, alla fatica come genitore, di insegnargli il rispetto, l'educazione ed ho pensato: per fortuna non è qui con me stasera!


Ad onor del vero, c'era anche chi si rileggeva la delibera, la spulciava e ne snidava eventuali errori, facendoli poi presente all'assemblea affinché si prendessero le opportune correzioni.


Ma ad un certo punto si è passati il limite (per lo meno il mio limite) ovvero una persona ha iniziato a sbeffeggiarne un'altra mimandolo con una smorfia...

Che c'è di male direte voi.


Se fossimo stati in una trattoria assieme agli amici, si ci poteva stare.

Ma eravamo in aula, in Consiglio Comunale e con uno sparuto pubblico presente (senza contare quelli più fortunati che han seguito la diretta streaming)

Un atteggiamento spavaldo, impunito, irrispettoso e maleducato!


Maddai Antonella, siamo mica a scuola! Mica rischiamo il 7 in condotta! Sono adulti, maggiorenni e vaccinati, sanno quello che fanno...

Proprio tu ti fermi alle apparenze?! Contano i fatti, i risultati...

Beh vi prego, ma io dissento, io non sono stata educata così e non desidero che mio figlio, e le generazioni future siano così.


Che fare allora?


Partecipare, far vedere a questi signori, che ci siamo, che siamo lì ad ascoltarli, che siamo lì a fare aristotelicamente politica.


Questa sera solo un paio di consiglieri, nell'esporre la loro posizione, hanno rivolto lo sguardo verso il pubblico presente, facendoci sentire parte dell'assemblea. La maggior parte ci ha ignorati, ci ha resi invisibili... Ed avevano ragione, dobbiamo essere di più, più presenti, educatamente partecipi ma sopratutto visibili!
                                                                                             

                                                                                             Antonella Nicosia

                                                                                               Obiettivo Trieste

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