lunedì 6 febbraio 2012

Amministrare Trieste

Quella riscontrata in via Clivio Artemisio è forse la più pericolosa tra le urgenze da mettere in sicurezza dove la strada potrebbe franare da un momento all'altro.
Nonostante questo su “Il Piccolo” di sabato 8 ottobre 2011 è apparsa la notizia che è stata approvata la riqualificazione di piazza Hortis.
E’ incomprensibile il motivo per cui si intenda riqualificare quello che già c’è ( e che quando viene tenuto pulito non è poi così male) e non si pensa di dare la precedenza a quelle situazioni che creano pericolo alla incolumità dei cittadini.
E’ parsa evidente negli ultimi anni la volontà di concentrare tutta l’attenzione sulla zona centrale della città e lasciare nel totale abbandono tutto il resto.
Lo si diceva ben prima delle ultime consultazioni elettorali: chiunque sarebbe stato chiamato ad amministrare la città nel dopo Dipiazza, avrebbe dovuto svolgere il lavoro oscuro, senza gloria, quello di fare manutenzione a quanto era stato lasciato in abbandono negli anni precedenti e forse non è stato un caso se il centro-destra ha fatto non poca fatica per trovare un candidato sindaco da proporre e poi ha fatto il massimo possibile per riuscire a non vincere le ultime elezioni.
Trieste ha bisogno di progettare il suo futuro, sono passati meno di cent’anni da quando l’Austria ha lasciato all’Italia una città prospera e fiorente che ora naviga in apnea immersa in una profonda crisi economica e in costante calo demografico e occupazionale.
Di questi 93 anni di Trieste dopo l’impero austro-ungarico, sono stati spesi tenendo alta la contrapposizione tra italiani e sloveni, tra comunisti e non comunisti e che ancora oggi si intende riproporre, diatriba che ha da sempre appassionato i cittadini molto di più del loro futuro e del futuro dei loro figli, e i risultati si vedono oggi.
C’è un urgente bisogno di progettualità, ma non per le esigenze della prossima mezz’ora, occorre seminare oggi per raccogliere tra vent’anni, per farlo però è necessario mettere via l’album delle fotografie in bianco e nero eppur senza dimenticare gli orrori del passato, immaginare insieme il domani della città.
Ci stiamo rapidamente avviando verso l’ultima chance.

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