venerdì 11 gennaio 2013

Quando la politica fa autocritica!

Colpiscono le parole di ieri del presidente dell'Eurogruppo, il lussemburghese Jean Claude Juncker, nella sua ultima audizione all'europarlamento prima della fine del suo prestigioso incarico durato otto anni.
Colpiscono perchè sono dichiarazioni di autocritica verso i 27 stati membri dell'Unione, colpevoli secondo Junker, di aver sottovalutato il problema disoccupazione che oggi ha raggiunto il traguardo record di 18,8 milioni di senza lavoro, 2 in più di un anno prima.
Secondo il Presidente, dopo la dura cura imposta ai paesi a rischio default è arrivato il momento di riscoprire «la dimensione sociale» dell’Europa.
Ha così puntato il dito soprattutto sull'assenza di una visione sociale dell’azione europea «che non si può limitare alla semplice austerità punitiva» adottata in questi ultimi tempi. Dichiarazioni importanti se consideriamo che Junker è un conservatore e nel discorso di ieri si è spinto addirittura a citare Marx ed il rischio di perdere credibilità e approvazione della classe operaia.
E' un problema trasversale che interessa sia la macrodimensione europea che quella territoriale, ma che deve per forza essere affrontato in maniera corale, non solo dal punto istituzionale/amministrativo, ma anche politico.

                                                                                  
                                                                                          Sergio Bolzonello

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