giovedì 6 settembre 2012

Tram di Opicina - vista "l'imbarcata" ....

Non ricordo nei decenni scorsi una tale frequenza di deragliamenti se non dopo l'ultima lunghissima manutenzione alla linea eseguita , se non ricordo male una decina di anni fa.
Ho dei dubbi sugli anni trascorsi, non certo sul fatto che questi "fastidi" siano iniziati immediatamente dopo.
Allora, era stata richiamata la mia attenzione dal fatto che i pali di sostegno alla linea elettrica erano stati ridipinti solo fino a una altezza di circa tre metri, sopra questa altezza erano rimasti com'erano, con la ruggine bene in evidenza, osservavo inoltre che le traversine in legno nel tratto in discesa dopo l'Obelisco verso città presentavano uno stato preoccupante di degrado, non so se le cose sono cambiate in seguito.
L'ultimo appunto alla Trieste Trasporti:
Se era programmata la sospensione del servizio tra qualche giorno è vergognoso che l'azienda non abbia avvertito per tempo i Cittadini.

Tram deragliato, arrivano gli esperti da Venezia

Ancora da accertare le cause dell’incidente, se ne occuperanno anche i tecnici dell’Ufficio speciale del ministero. Omero: servizio storico, non lo faremo morire


di Piero Rauber

Il guasto non è capitato alla ripresa del servizio dopo un lungo stop per manutenzioni, bensì alla vigilia. Uno stop di sei mesi - forse un po’ meno se il meteo sarà clemente - programmato già da tempo, a partire da lunedì, eppure non ancora annunciato. L’annuncio era in agenda in questi giorni, ma il gravissimo imprevisto sta costringendo Trieste Trasporti e Comune a rivedere in corsa le proprie strategie di comunicazione.
Colpisce dunque al contrario, stavolta, la maledizione del tram di Opicina, deragliato domenica sera (senza conseguenze per il “frenador” e per l’unico passeggero) poco sotto l’Obelisco per cause tuttora in corso di valutazione da parte dei tecnici della Trieste Trasporti.
La vettura 404, complici le operazioni di recupero logisticamente non comode, è rientrata nel deposito della stazione di Opicina appena alle 20.30 di lunedì, 24 ore dopo l’incidente, come ha informato ieri Andrea Cervia, il neodirettore d’esercizio della Trieste Trasporti, senza sbilanciarsi: «Non sono in grado di dire nulla, al momento, avanzassi un’ipotesi oggi potrei smentirmi domani».

La caccia alla causa, prima di produrre una risposta - mette le mani avanti il direttore generale della Spa dei trasporti Pier Giorgio Luccarini - si protrarrà come minimo per ulteriori 48 ore. Anzi.
Per aiutare a vederci chiaro, stamani arriveranno non solo i delegati della Regione (ovvero l’ente che arma di soldi la Provincia per pagare proprio alla Trieste Trasporti il contratto di servizio del Tpl) ma anche gli esperti dell’Ustif di Venezia, l’Ufficio speciale trasporti a impianti fissi, braccio ministeriale per il Triveneto. «Sabotaggio? Oddio, non si può escludere nulla, ma mi pare improbabile, più che improbabile», sospira Luccarini.
Che rilancia: «Il tram è una vecchia signora, pretende attenzioni.
Nonostante tutto, la sicurezza non è mai venuta meno».

A far da contraltare all’incertezza sulle cause, è la promessa senza indugi dispensata da Fabio Omero, l’assessore al tram, per così dire, in quanto delegato di Cosolini alle società partecipate qual è appunto Trieste Trasporti. «Mi prendo in pieno l’impegno che il servizio del tram di Opicina non chiuderà mai, ha un valore storico e culturale, oltre che funzionale, visto che viene utilizzato moltissimo dalla cittadinanza, per mantenerlo cercheremo di intercettare dei fondi europei a lungo termine sulla mobilità urbana sostenibile», ha chiarito ieri Omero quando gli si chiedeva se quest’ultimo incidente sarebbe potuto diventare, chissà, magari un pretesto per fermare per sempre la trenovia, o per trasformarla in funicolare per turisti con ticket bello alto, come aveva fantasticato l’ex sindaco Dipiazza.
Un secolo e passa di vita cittadina, d’altronde, è duro a morire. Anche se spilla soldi in continuazione. Proprio domenica prossima, il 10 settembre, il tram compie 110 anni dal giorno della sua prima corsa. «No - ammette ancora Omero - non avevamo in agenda celebrazioni, volevamo farle in occasione del successivo 111.mo anniversario.
Non ci pareva il caso far festa e il giorno dopo chiudere la linea per sei mesi». Già, avete capito bene. Lunedì 11 settembre, infatti, il tram si sarebbe comunque fermato per delle lunghe ma doverose, per legge, revisioni infrastrutturali. «Avremmo spiegato tutto - aggiunge Luccarini - in una conferenza stampa sabato prossimo, che faremo lo stesso. Il relativo comunicato era già pronto, l’avremmo fatto girare in questi giorni». La maledizione, insomma, colpisce ancora. Al contrario.

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