Sarà mica per eludere la nuova legge sulle bonifiche a carico della proprietà e il costo delle bonifiche caschi su noi cittadini e non su Arvedi, e la responsabilità dei morti non sia dei proprietari dello stabilimento che i politici locali hanno accelerato e blindato l'accordo di programma sulla Ferriera?
Questa modifica è stata approvata l'11 febbraio 2014.
La Camera ha approvato un emendamento – primo firmatario Ermete Realacci (Pd) – al decreto Destinazione Italia (DL n. 145/2013) che sventa il rischio sanatoria sulle bonifiche dei siti inquinati. Per oggi (12 febbraio 2014) è previsto in Aula a Montecitorio il voto finale sul disegno di legge di conversione in legge del decreto.
L’articolo 4 del DL n. 145/2013 prevedeva che gli inquinatori firmino una transazione con i ministeri dell'Ambiente e dello Sviluppo economico, esentandoli da ogni altro obbligo di bonifica sul sito dall'inquinamento non previsto dall'accordo siglato. “Cosa succederà se, una volta firmato l'accordo e avviati finalmente i lavori di risanamento del sito, dovesse emergere un inquinamento ulteriore rispetto a quello sancito nell'accordo? E' evidente che stando così le cose ogni ulteriore intervento per rimuovere una fonte inquinante mai scoperta fino alla firma dell'accordo sarebbe a carico della collettività, come del resto evidenziato anche dal Centro studi della Camera dei deputati nella relazione che accompagna il decreto. Il Parlamento cancelli questa norma che avvantaggia gli inquinatori e danneggia i cittadini”, ha chiesto nei giorni scorsi il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza.
Confermato il principio del “chi inquina paga”
L'intervento correttivo è arrivato con un emendamento presentato dal presidente della Commissione Ambiente, Territorio e Lavori pubblici della Camera, Ermete Realacci. “Sventato il rischio sanatoria sulle bonifiche: la Camera ha accolto un emendamento riformulato di cui sono primo firmatario, presentato assieme al collega Benamati e ad altri deputati del Partito Democratico, che conferma il principio del ‘chi inquina paga’ e che recepisce la condizione che aveva posto la VIII Commissione Ambiente della Camera nel suo parere al decreto Destinazione Italia”, spiega Realacci su Facebook. “L’articolo 4 del decreto, nella formulazione iniziale, apriva infatti al pericolo che le transazioni sottoscritte tra coloro che hanno inquinato e i ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo Economico per le bonifiche potessero consentire l’aggiramento del fondamentale principio del ‘chi inquina paga’. L’emendamento accolto precisa, invece, che la revoca dell'onere reale per tutti i fatti antecedenti all'accordo di programma è subordinata al rilascio della certificazione dell'avvenuta bonifica e messa in sicurezza dei siti inquinati da parte dell’Arpa, come previsto dall’articolo 248 del Codice Ambientale. Si precisa, inoltre, che i fondi previsti nel provvedimento non potranno essere utilizzati dai responsabili dell’inquinamento per le bonifiche, ma solo per favorire nuove attività produttive. Un risultato – conclude Realacci - che è stato possibile grazie al contributo del ministro Orlando, alla collaborazione del Ministero dello Sviluppo Economico e all’impegno anche delle forze parlamentari di opposizione, come il M5S e Sel”.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.